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Previsioni stagionali. Quale autunno? La Niña ripropone l'inibente schema a "zeta rovesciata
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Previsioni stagionali. Quale autunno? La Niña ripropone l'inibente schema a "zeta rovesciata
Fonte www.climateobserver.it
A cura di Luciano Serangeli Giovedì 01 Settembre 2011 08:22
Settembre: inizia l'autunno meteorologico. Ma come parte e quali sono le prospettive per il mese della vendemmia?
Dopo un semestre caldo per la maggior parte improntato alla norma climatica, il nostro Paese e il bacino del Mediterraneo si sono trovati a dover fare i conti con un tardivo e ripetuto rigurgito rovente africano.
Nel momento della stagione in cui fisiologicamente si va verso un declino delle temperature, che sfoceranno poi nel mite e di solito piovoso autunno mediterraneo, ecco che l'estate ha toccato e oltrepassato il culmine di valori termici da record in tutto il territorio nazionale.
Persino il piovosissimo Settentrione ha dismetto ombrelli e golfini per munirsi di grondanti fazzolettini per il sudore.
Cosa è intervenuto a condizionare così pesantemente il clima nostrano e soprattutto quali sono le prospettive per il mese che comincia e, gettando uno sguardo in avanti, per il semestre freddo?
Le componenti atmosferiche che depongono a sfavore di un normale svolgimento termico-precipitativo della stagione sono molte, ma sopra a tutte spicca per il nostro Paese quella che per eccellenza conduce a un clima spesso secco dal punto di vista delle e a un sopra media per ciò che attiene alle temperature.
Parliamo ovviamente del valore dell'Enso (El Niño-la Niña Southern Oscillation ), che abbiamo visto tendere verso una sostanziale neutralità durante la stagione calda, ma previsto per tempo e dettagliatamente dalle autorità preposte, ridiscendere in campo negativo forse anche marcato, proprio in coincidenza della stagione autunnale.
Questo non deve costituire preconcetto assoluto, se ti tiene conto della straordinaria eccezione dell'inverno del 1956, caratterizzato per l'appunto da una forte fase di Niña.
Quell'anno però entrarono pesantemente in gioco due fattori climaticamente assai incidenti. Si era in presenza di una marcata QBO negativa e si verificò quello che ancora oggi rimane un potentissimo Stratcooling ( si faccia attenzione, non uno Stratwarming ), capace di penetrare col suo gelo in Troposfera e apportare fin sul nostro Paese, neve e gelo a fasi alterne da febbraio ad aprile.
Ma è pur sempre vero che "l'eccezione conferma la regola" e la regola in questi casi dice: stagione nell'insieme mite con scarsi o scarsissimi apporti precipitativi.
Spingersi oltre l'ipotesi di settembre che in quanto mensile è di per se già azzardata, sembra veramente un'opera di spregiudicata approssimazione, perciò rispolverando un mio articolo analitico-didattico dello scorso inverno, vediamo insieme cosa sembra preoccupare nell'immediato e cosa potrebbe bloccare il naturale svolgersi della stagione nel suo primo mese di esordio.
Lo schema atmosferico a zeta rovesciata.
Anche se più avanti troverete il tema ripercorso nel suo concetto basilare, potrebbe tornare utile nel corso della stagione dare un'occhiata all'articolo didattico che ne spiega i tratti e le dinamiche: Niña: gli effetti inibenti sull'inverno mediterraneo. Lo schema a zeta rovesciata ( clicca sul titolo )
Per ora l'Azzorre non comanderà affatto la situazione atmosferica, come sarebbe quantomeno auspicabile per limitare i danni. Azzorre stesso che più tardi potrebbe entrare prepotentemente sulle scene climatiche locali, come si vede nell'illustrazione didattica dello "schema a zeta rovesciata".
Comanderà invece la situazione l'Anticiclone Subtropicale Africano.
Ecco perchè:
Posizionamento marcatamente a nord della normale linea di avanzamento dell'ITCZ ( InterTropical Convergence Zone ) nella seconda decade d'agosto. Difficile un repentino arretramento
Qbo a 30 hPa valore agosto 2011: +0,34
Qbo a 50 hPa valore agosto 2011: +9,35
Nelle stagionali del NOAA, relative alle anomalie termiche di superficie -est Pacifico-Atlantico- osserviamo invece:
Marcate anomalie termiche positive nel bacino del Mediterraneo, tali da attivare richiamo di probabile masse d'aria calda contigua dalle zone di copertura dell'Anticiclone Subtropicale Africano.
Azzorre isolato in aperto Oceano Atlantico.
Tripolo Atlantico negativo debole tendente a neutro, interrotto per neutralità in prossimità delle coste occidentali della Spagna.
Presenza di masse d'acqua ad anomalia fredda, sul lato occidentale di Gran Bretagna e Francia, a determinare polo di attrazione per il Vortice Islandese.
Non è presente sufficiente anomalia calda in prossimità delle coste occidentali dell'Africa. Manca di conseguenza la base-piede di alimentazione per l'Anticiclone delle Azzorre, per il possibile sviluppo di un anticiclone di blocco atlantico.
Per una visione maggiormente locale, ecco l'attuale stato di estremo surriscaldamento delle acque del Mediterraneo. + 1,36°C
Proprio in riferimento a quest'ultima immagine è facile comprendere come, eventuali sovrapposizioni di aria fredda in bassa e media Troposfera, potrebbero scatenare violenti fenomeni temporaleschi da contrasto, sia isolati che in forma di Fronte.
Tale possibilità appare episodica se non del tutto compromessa dall'attuale alimentazione fredda del Vortice Polare Troposferico, in presenza come siamo, di un valore dell'Enso in procinto di passare a breve da neutro/negativo a fortemente negativo.
Con tale configurazione, l'aumento della positività di Ao e Nao, darà modo al Vortice Islandese di rafforzarsi e assumere curvature cicloniche molto ravvicinate, destinate a interessare unicamente le aree strettamente contigue e cioè quelle di Gran Bretagna, Europa centro-settentrionale e Scandinavia.
Di seguito il monitoraggio dell'Indice Enso al 31 di agosto 2011, in chiara fase negativa iniziale e destinato in inverno a probabile stato di Niña forte.
Passiamo quindi alla spiegazione del concetto di "schema atmosferico a zeta rovesciata".
Ci riferiamo ad un evento climatico che prende corpo in presenza di valore negativo dell’indice Enso (El Niño-Southern Oscillation ) e cioè alla cosiddetta Niña.
Ma vediamo di seguito cosa determina il più delle volte la configurazione negativa dell'Enso sul nostro Paese e sull'Europa sudoccidentale.
Quando parliamo di Enso sappiamo che stiamo parlando della periodica ( in media ogni 5/8 anni ) alternanza ( oscillazione ) di anomalie termiche positive o negative delle acque di superficie dell’Oceano Pacifico centro-orientale.
Tornando alla Niña , analizziamone insieme le due conseguenze principali sul clima del Mediterraneo e ancor più nello specifico sulle caratteristiche della sua stagione invernale.
Punto 1- Ricordiamo in primo luogo come questo fenomeno e cioè la situazione dominante di anomalia termica negativa delle acque di superficie del Pacifico centro-orientale, porti ad una diminuzione della temperatura media nell’emisfero settentrionale, stante anche la contemporanea inclinazione invernale dell’asse terrestre, che lo espone a una minore radiazione solare.
Ne consegue come logica termica e conseguentemente barica, un rafforzamento della tenuta e della circolazione del Vortice Polare Artico, in quanto sovralimentato da un ulteriore apporto termico freddo, il quale arretrando dal normale posizionamento invernale alle medie latitudini, si compatta a latitudini marcatamente più settentrionali.
Punto 2- In secondo luogo osserviamo nel Pacifico centro-orientale, ove si verifica il fenomeno della Niña, il naturale spostamento laterale, sia verso ovest ( predominante) che verso est ( minore ), di enormi masse di aria e di acque calde preesistenti, spinte nelle due direzioni dalla presenza in zona della vasta area di acque e aria più fredde della norma.
Sappiamo come già specificato in sopra che in regime di Niña, la spinta maggiore di componenti calde sia aeree che marine avviene verso ovest e quindi verso l’Indonesia e l’India, apportando un innalzamento del livello delle superfici marine in prossimità delle coste dei Paesi interessati e fenomeni precipitativi molto intensi .
Tuttavia ci interesseremo al flusso minore spinto verso est, che e’ quello che ci interessa ai fini dell’argomento che stiamo trattando in questo articolo.
Difatti nonostante esso sia di gran lunga minore rispetto al flusso diretto verso ovest, le acque superficiali della Niña, piu’ fredde della norma, si inabissano per la loro maggior pesantezza, infilandosi al di sotto delle acque più miti preesistenti, spingendo queste ultime ad allontanarsi verso le coste occidentali dell’America centrale e meridionale.
Al di sopra di queste acque più calde in spostamento verso est, sono presenti masse d’aria calda e secca, che fluiscono nell’Oceano Atlantico e nel loro ulteriore tragitto vanno a raggiungere le coste occidentali africane, in corrispondenza di quella che viene denominata Latitudine dei Cavalli ( 30 gradi di latitudine Nord ).
Qui’ in una vasta area, staziona storicamente e statisticamente la grande massa d’aria calda e stagnante per via della fortissima subsidenza ( sprofondamento-schiacciamento ), che alimenta termicamente alla base l’Anticiclone delle Azzorre.
Il nuovo apporto di energia calda proveniente dal Pacifico per via della Niña, porta un consistente surplus di energia termica in zona a disposizione dell’Anticiclone delle Azzorre, che dinamicamente si erge con forte vigore verso Nord.
A questo punto si potrebbe dedurre la formazione di un potente Anticiclone di Blocco in Oceano Atlantico a frenare il Flusso Zonale Occidentale ( da ovest verso est ), proponendo lungo il suo bordo orientale o sud-orientale la discesa di aria gelida polare con Moto Retrogrado ( da est verso ovest ) fino in area mediterranea.
Ciò non e’ potuto accadere nell’inverno appena trascorso per i motivi addotti al punto 1 e cioè per la presenza di un Vortice Polare estremamente compatto e nient’affatto propenso quindi, a collassamenti dei suoi lobi gelidi verso latitudini meridionali.
Il risultato è invece stato che, il surplus termico caldo spinto dall’Anticiclone delle Azzorre ad alte latitudini è stato letteralmente spalmato verso est, lungo i paralleli, dalla rotazione ciclonica compatta del potente bordo meridionale del Vortice Polare ( getto polare ), ad invadere l'area mediterranea e l’intera Europa occidentale e centrale.
Tutta la complessa circolazione atmosferica esposta sin qui ed illustrata per facilitarne la comprensione nell’illustrazione a seguire, è stata da me denominata “schema a zeta rovesciata” per una migliore memorizzazione del fenomeno atmosferico stesso.
Cosa ci attende quindi nell'immediato e cosa oltre la metà del mese.
Per ora a comandare la situazione atmosferica, come detto in precedenza, sarà l'Anticiclone Subtropicale Africano, che come vediamo nell'immagine sottostante, prevarrà rispetto a un Anticiclone delle Azzorre spesso relegato in aperto Atlantico da un getto polare ancora saltuariamente aggressivo alle medio-basse latitudini e in grado di insinuarsi tra le due figure altopressorie, a determinare la famigerata lacuna barica iberica, assai deleteria per le sorti termiche del nostro Paese, esposto alla rovente rimonta del lato occidentale dell'Africano.
Solo più avanti, come spiegato di seguito all'illustrazione, prenderà corpo la vera fase tipica dello schema a zeta rovesciata.
Ecco cosa attenderci nella prima parte del mese..
Cosa invece più avanti?
Tre saranno i fattori atmosferici di spicco:
- Il naturale arretramento stagionale della linea di avanzamento dell'ITCZ.
- La conseguenziale perdita di propulsione verso nord dell'Anticiclone Subtropicale Africano, destinato anch'esso ad arretrare il suo raggio di azione.
- Il subentrare a quest' ultima figura dell'Anticiclone delle Azzorre, che tenderà a estendersi verso est, distendendosi in posizione assai obliqua a costituire un baluardo quasi invalicabile per un Getto Polare, che nel frattempo arretrerà ulteriormente verso nord, rinvigorito dall'azione raffreddante della Niña.
Sarà in quel momento che a dominare in pieno la scena climatica sarà lo "schema atmosferico a zeta rovesciata".
A cura di Luciano Serangeli Giovedì 01 Settembre 2011 08:22
Settembre: inizia l'autunno meteorologico. Ma come parte e quali sono le prospettive per il mese della vendemmia?
Dopo un semestre caldo per la maggior parte improntato alla norma climatica, il nostro Paese e il bacino del Mediterraneo si sono trovati a dover fare i conti con un tardivo e ripetuto rigurgito rovente africano.
Nel momento della stagione in cui fisiologicamente si va verso un declino delle temperature, che sfoceranno poi nel mite e di solito piovoso autunno mediterraneo, ecco che l'estate ha toccato e oltrepassato il culmine di valori termici da record in tutto il territorio nazionale.
Persino il piovosissimo Settentrione ha dismetto ombrelli e golfini per munirsi di grondanti fazzolettini per il sudore.
Cosa è intervenuto a condizionare così pesantemente il clima nostrano e soprattutto quali sono le prospettive per il mese che comincia e, gettando uno sguardo in avanti, per il semestre freddo?
Le componenti atmosferiche che depongono a sfavore di un normale svolgimento termico-precipitativo della stagione sono molte, ma sopra a tutte spicca per il nostro Paese quella che per eccellenza conduce a un clima spesso secco dal punto di vista delle e a un sopra media per ciò che attiene alle temperature.
Parliamo ovviamente del valore dell'Enso (El Niño-la Niña Southern Oscillation ), che abbiamo visto tendere verso una sostanziale neutralità durante la stagione calda, ma previsto per tempo e dettagliatamente dalle autorità preposte, ridiscendere in campo negativo forse anche marcato, proprio in coincidenza della stagione autunnale.
Questo non deve costituire preconcetto assoluto, se ti tiene conto della straordinaria eccezione dell'inverno del 1956, caratterizzato per l'appunto da una forte fase di Niña.
Quell'anno però entrarono pesantemente in gioco due fattori climaticamente assai incidenti. Si era in presenza di una marcata QBO negativa e si verificò quello che ancora oggi rimane un potentissimo Stratcooling ( si faccia attenzione, non uno Stratwarming ), capace di penetrare col suo gelo in Troposfera e apportare fin sul nostro Paese, neve e gelo a fasi alterne da febbraio ad aprile.
Ma è pur sempre vero che "l'eccezione conferma la regola" e la regola in questi casi dice: stagione nell'insieme mite con scarsi o scarsissimi apporti precipitativi.
Spingersi oltre l'ipotesi di settembre che in quanto mensile è di per se già azzardata, sembra veramente un'opera di spregiudicata approssimazione, perciò rispolverando un mio articolo analitico-didattico dello scorso inverno, vediamo insieme cosa sembra preoccupare nell'immediato e cosa potrebbe bloccare il naturale svolgersi della stagione nel suo primo mese di esordio.
Lo schema atmosferico a zeta rovesciata.
Anche se più avanti troverete il tema ripercorso nel suo concetto basilare, potrebbe tornare utile nel corso della stagione dare un'occhiata all'articolo didattico che ne spiega i tratti e le dinamiche: Niña: gli effetti inibenti sull'inverno mediterraneo. Lo schema a zeta rovesciata ( clicca sul titolo )
Per ora l'Azzorre non comanderà affatto la situazione atmosferica, come sarebbe quantomeno auspicabile per limitare i danni. Azzorre stesso che più tardi potrebbe entrare prepotentemente sulle scene climatiche locali, come si vede nell'illustrazione didattica dello "schema a zeta rovesciata".
Comanderà invece la situazione l'Anticiclone Subtropicale Africano.
Ecco perchè:
Posizionamento marcatamente a nord della normale linea di avanzamento dell'ITCZ ( InterTropical Convergence Zone ) nella seconda decade d'agosto. Difficile un repentino arretramento
Qbo a 30 hPa valore agosto 2011: +0,34
Qbo a 50 hPa valore agosto 2011: +9,35
Nelle stagionali del NOAA, relative alle anomalie termiche di superficie -est Pacifico-Atlantico- osserviamo invece:
Marcate anomalie termiche positive nel bacino del Mediterraneo, tali da attivare richiamo di probabile masse d'aria calda contigua dalle zone di copertura dell'Anticiclone Subtropicale Africano.
Azzorre isolato in aperto Oceano Atlantico.
Tripolo Atlantico negativo debole tendente a neutro, interrotto per neutralità in prossimità delle coste occidentali della Spagna.
Presenza di masse d'acqua ad anomalia fredda, sul lato occidentale di Gran Bretagna e Francia, a determinare polo di attrazione per il Vortice Islandese.
Non è presente sufficiente anomalia calda in prossimità delle coste occidentali dell'Africa. Manca di conseguenza la base-piede di alimentazione per l'Anticiclone delle Azzorre, per il possibile sviluppo di un anticiclone di blocco atlantico.
Per una visione maggiormente locale, ecco l'attuale stato di estremo surriscaldamento delle acque del Mediterraneo. + 1,36°C
Proprio in riferimento a quest'ultima immagine è facile comprendere come, eventuali sovrapposizioni di aria fredda in bassa e media Troposfera, potrebbero scatenare violenti fenomeni temporaleschi da contrasto, sia isolati che in forma di Fronte.
Tale possibilità appare episodica se non del tutto compromessa dall'attuale alimentazione fredda del Vortice Polare Troposferico, in presenza come siamo, di un valore dell'Enso in procinto di passare a breve da neutro/negativo a fortemente negativo.
Con tale configurazione, l'aumento della positività di Ao e Nao, darà modo al Vortice Islandese di rafforzarsi e assumere curvature cicloniche molto ravvicinate, destinate a interessare unicamente le aree strettamente contigue e cioè quelle di Gran Bretagna, Europa centro-settentrionale e Scandinavia.
Di seguito il monitoraggio dell'Indice Enso al 31 di agosto 2011, in chiara fase negativa iniziale e destinato in inverno a probabile stato di Niña forte.
Passiamo quindi alla spiegazione del concetto di "schema atmosferico a zeta rovesciata".
Ci riferiamo ad un evento climatico che prende corpo in presenza di valore negativo dell’indice Enso (El Niño-Southern Oscillation ) e cioè alla cosiddetta Niña.
Ma vediamo di seguito cosa determina il più delle volte la configurazione negativa dell'Enso sul nostro Paese e sull'Europa sudoccidentale.
Quando parliamo di Enso sappiamo che stiamo parlando della periodica ( in media ogni 5/8 anni ) alternanza ( oscillazione ) di anomalie termiche positive o negative delle acque di superficie dell’Oceano Pacifico centro-orientale.
Tornando alla Niña , analizziamone insieme le due conseguenze principali sul clima del Mediterraneo e ancor più nello specifico sulle caratteristiche della sua stagione invernale.
Punto 1- Ricordiamo in primo luogo come questo fenomeno e cioè la situazione dominante di anomalia termica negativa delle acque di superficie del Pacifico centro-orientale, porti ad una diminuzione della temperatura media nell’emisfero settentrionale, stante anche la contemporanea inclinazione invernale dell’asse terrestre, che lo espone a una minore radiazione solare.
Ne consegue come logica termica e conseguentemente barica, un rafforzamento della tenuta e della circolazione del Vortice Polare Artico, in quanto sovralimentato da un ulteriore apporto termico freddo, il quale arretrando dal normale posizionamento invernale alle medie latitudini, si compatta a latitudini marcatamente più settentrionali.
Punto 2- In secondo luogo osserviamo nel Pacifico centro-orientale, ove si verifica il fenomeno della Niña, il naturale spostamento laterale, sia verso ovest ( predominante) che verso est ( minore ), di enormi masse di aria e di acque calde preesistenti, spinte nelle due direzioni dalla presenza in zona della vasta area di acque e aria più fredde della norma.
Sappiamo come già specificato in sopra che in regime di Niña, la spinta maggiore di componenti calde sia aeree che marine avviene verso ovest e quindi verso l’Indonesia e l’India, apportando un innalzamento del livello delle superfici marine in prossimità delle coste dei Paesi interessati e fenomeni precipitativi molto intensi .
Tuttavia ci interesseremo al flusso minore spinto verso est, che e’ quello che ci interessa ai fini dell’argomento che stiamo trattando in questo articolo.
Difatti nonostante esso sia di gran lunga minore rispetto al flusso diretto verso ovest, le acque superficiali della Niña, piu’ fredde della norma, si inabissano per la loro maggior pesantezza, infilandosi al di sotto delle acque più miti preesistenti, spingendo queste ultime ad allontanarsi verso le coste occidentali dell’America centrale e meridionale.
Al di sopra di queste acque più calde in spostamento verso est, sono presenti masse d’aria calda e secca, che fluiscono nell’Oceano Atlantico e nel loro ulteriore tragitto vanno a raggiungere le coste occidentali africane, in corrispondenza di quella che viene denominata Latitudine dei Cavalli ( 30 gradi di latitudine Nord ).
Qui’ in una vasta area, staziona storicamente e statisticamente la grande massa d’aria calda e stagnante per via della fortissima subsidenza ( sprofondamento-schiacciamento ), che alimenta termicamente alla base l’Anticiclone delle Azzorre.
Il nuovo apporto di energia calda proveniente dal Pacifico per via della Niña, porta un consistente surplus di energia termica in zona a disposizione dell’Anticiclone delle Azzorre, che dinamicamente si erge con forte vigore verso Nord.
A questo punto si potrebbe dedurre la formazione di un potente Anticiclone di Blocco in Oceano Atlantico a frenare il Flusso Zonale Occidentale ( da ovest verso est ), proponendo lungo il suo bordo orientale o sud-orientale la discesa di aria gelida polare con Moto Retrogrado ( da est verso ovest ) fino in area mediterranea.
Ciò non e’ potuto accadere nell’inverno appena trascorso per i motivi addotti al punto 1 e cioè per la presenza di un Vortice Polare estremamente compatto e nient’affatto propenso quindi, a collassamenti dei suoi lobi gelidi verso latitudini meridionali.
Il risultato è invece stato che, il surplus termico caldo spinto dall’Anticiclone delle Azzorre ad alte latitudini è stato letteralmente spalmato verso est, lungo i paralleli, dalla rotazione ciclonica compatta del potente bordo meridionale del Vortice Polare ( getto polare ), ad invadere l'area mediterranea e l’intera Europa occidentale e centrale.
Tutta la complessa circolazione atmosferica esposta sin qui ed illustrata per facilitarne la comprensione nell’illustrazione a seguire, è stata da me denominata “schema a zeta rovesciata” per una migliore memorizzazione del fenomeno atmosferico stesso.
Cosa ci attende quindi nell'immediato e cosa oltre la metà del mese.
Per ora a comandare la situazione atmosferica, come detto in precedenza, sarà l'Anticiclone Subtropicale Africano, che come vediamo nell'immagine sottostante, prevarrà rispetto a un Anticiclone delle Azzorre spesso relegato in aperto Atlantico da un getto polare ancora saltuariamente aggressivo alle medio-basse latitudini e in grado di insinuarsi tra le due figure altopressorie, a determinare la famigerata lacuna barica iberica, assai deleteria per le sorti termiche del nostro Paese, esposto alla rovente rimonta del lato occidentale dell'Africano.
Solo più avanti, come spiegato di seguito all'illustrazione, prenderà corpo la vera fase tipica dello schema a zeta rovesciata.
Ecco cosa attenderci nella prima parte del mese..
Cosa invece più avanti?
Tre saranno i fattori atmosferici di spicco:
- Il naturale arretramento stagionale della linea di avanzamento dell'ITCZ.
- La conseguenziale perdita di propulsione verso nord dell'Anticiclone Subtropicale Africano, destinato anch'esso ad arretrare il suo raggio di azione.
- Il subentrare a quest' ultima figura dell'Anticiclone delle Azzorre, che tenderà a estendersi verso est, distendendosi in posizione assai obliqua a costituire un baluardo quasi invalicabile per un Getto Polare, che nel frattempo arretrerà ulteriormente verso nord, rinvigorito dall'azione raffreddante della Niña.
Sarà in quel momento che a dominare in pieno la scena climatica sarà lo "schema atmosferico a zeta rovesciata".
Re: Previsioni stagionali. Quale autunno? La Niña ripropone l'inibente schema a "zeta rovesciata
me lo ero perso ma devo rileggere con calma perchè per il mio livello ci trovo diverse cose complicate...(confesso che ho mollato da un pò gli indici..)
comunque grande articolo di luciano!
prendo spunto da parte di questo e da cosa ha detto oldstylewinter per scrivere due righine sull'ITCF
comunque grande articolo di luciano!
prendo spunto da parte di questo e da cosa ha detto oldstylewinter per scrivere due righine sull'ITCF
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