Anticiclone termico e dinamico.

All'interno di un'alta pressione l'aria
scivola dall'alto verso il basso, schiacciando quella sottostante,
scaldandola, e dissolvendo nella maggior parte dei casi le nubi.
In questo caso si parla di "anticiclone dinamico", ossia di un'alta
pressione che diviene tale per effetto della compressione dell'aria.
C'è però un altro tipo di alta pressione, del quale raramente si
sente parlare, ma che ha un ruolo importante sull'evoluzione del tempo
in Europa, ma ancor di più in Asia.
E' l'anticiclone russo-siberiano, che in termini tecnici è detto "anticiclone termico".
Come si forma? E perché è diverso dagli altri anticicloni?
L'Asia è il Continente più esteso, tanto che ci sono dei luoghi che si trovano a più di 2600 km di distanza da qualsiasi mare.
Durante l'inverno i deserti della Mongolia e della Siberia, dopo le
nevicate, si raffreddano rapidamente grazie anche alle lunghe notti. E
di conseguenza in alcune zone si può arrivare a temperature davvero
basse, con punte di -50°C o addirittura -60°C.
L'estensione di questo gelo è davvero ampia, tanto da permettere il
formarsi di un vero e proprio "lago" di basse temperature esteso per
centinaia di migliaia di chilometri quadrati.
E' qui che si forma l'anticiclone termico.
Il motivo della sua formazione è semplice, ed è legato ad una legge
fisica: più l'aria fredda e secca, più è densa. Di conseguenza aria
gelida estesa su uno strato alto qualche centinaio di metri comporta una
pressione maggiore al suolo (perché pesa di più), e se tale aria gelida
è estesa anche per migliaia di chilometri quadrati in orizzontale, si
forma uno strato di aria ampio che preme sul suolo con pressione
maggiore, generando, appunto, un anticiclone.
In definitiva: l'anticiclone DINAMICO si chiama così, perché l'aria
al suo interno preme sul suolo a causa della COMPRESSIONE dall'alto
verso il basso; l'anticiclone TERMICO si chiama così perché l'aria al
suo interno preme sul suolo a causa del suo PESO.
Viene da sé che nell'ambito di un anticiclone termico non ci sono
particolari impedimenti alla formazione delle nuvole; anzi, spesso e
volentieri l'alta pressione russo-siberiana (spessa solo qualche
centinaio di metri) è sovrastata da una bassa pressione che porta nuvole
dense e nevicate copiose. Anche qui la differenza con il parente
dinamico è evidente.
In condizioni particolarmente favorevoli il lago di aria gelida
dell'anticiclone russo riesce a scavalcare la catena dei Monti Urali e
si riversa sulla Russia Europea, eda lì verso il nostro Continente.
Una eventualità del genere è piuttosto remota, ma talvolta si verifica,
ed ecco che allora il BURIAN, il vento dalle steppe siberiane, sferza le
terre europee portando aria asciutta, gelida e stabile.
Qualcosa del genere, dopo anni di latitanza, sta succedendo proprio in
questi giorni; già adesso in Scandinavia si sfiorano i -40°C, a Mosca i
-20°C, così come in Ucraina, mentre in Polonia e Romania siamo già
scivolati sotto i -15°C dopo giorni di temperature relativamente miti.
L'Italia, essendo ancor più lontana dalla sorgente di freddo, è ancora
più a margine di questi episodi: l'ultima incursione in grande stile del
Burian sulla nostra Penisola infatti risale al 26-28 dicembre 1996,
quando furono abbattuti anche diversi record di gelo. Altri episodi
minori ci sono stati anche negli ultimi 14 anni, ma si contano sulle
dita di una mano e non hanno portato ondate di freddo particolarmente
intense.